“Chi era, insomma, Sallustio?”

ALLA COMUNITÀ EDUCATIVA 

Omnis homines qui sese student praestare ceteris animalibus summa ope niti decet ne vitam silentio transeant veluti pecora, quae natura atque ventri oboedientia finxit.

Sallustio, De Catilinae coniuratione, I,1.

Si sono concluse ieri le iscrizioni alla Seconda Edizione del Certamen Classicum Anxuris che ha fatto registrare, nuovamente, un grande successo. Per questo anno scolastico il Liceo “Leonardo da Vinci” ospiterà studenti e studentesse provenienti non solo dalla provincia di Latina ma anche dalla provincia di Roma.

Il 5 marzo p.v. trentuno partecipanti affronteranno la prova di traduzione e commento di un passo tratto da una delle due monografie sallustiane.

Il concetto fondamentale espresso nel proemio della monografia De Catilinae coniuratione, di cui è riportato l’incipit in epigrafe, è quello secondo il quale i beni spirituali devono avere la priorità su quelli materiali: in particolare la superiorità della gloria spicca sugli altri beni comuni a tutti i viventi; un argomento le cui  premesse si ritrovano già in un passo della Repubblica di Platone dove l’uomo dedito ai piaceri del corpo viene paragonato alla bestia; oppure nel Fedone, sempre del filosofo greco,  dove leggiamo “ quando l’anima e il corpo sono insieme, la natura prescrive all’uno di servire ed essere dominato, all’altra di comandare e dominare”.

Possiamo ritrovare ulteriori riferimenti anche in Cicerone, in particolare nel De finibus, dove l’Arpinate sostiene che l’anima è costituita in modo tale da essere fornita dei sensi ed avere la superiorità della mente e che le doti del corpo non hanno un valore paragonabile con quelle dell’anima.

Ma i topoi platonici, oltre a rendere omaggio ad una tradizione storiografica ben consolidata in età ellenistica, dovevano, in qualche modo, essere per Sallustio un tentativo per giustificare il ritiro dalla politica, giustificare il suo otium, partendo proprio dalle considerazioni generali precedentemente indicate.

Ecco, ci troviamo di fronte alla prima delle tante ambiguità che contraddistinguono lo storico romano - un homo novus come Mario e Cicerone – di cui il Genio romantico italiano, Giacomo Leopardi, in un passo dello Zibaldone, datato il 4 Febbraio 1821, scrive “Cum proelium inibitis (moneo vos ut) memineritis  vos divitias, decus, gloriam, praetera libertatem atque patriam in dextris vestris portare. Parole che Sallustio mette in bocca a Catilina nell’esortazione ai soldati prima della battaglia. Osservate la differenza dei tempi. Questa è la differenza dei tempi. Questa è quella figura rettorica che chiamiamo Gradazione. Volendo andar sempre crescendo, Sallustio mette prima le ricchezze, poi l’onore, poi la gloria, poi la libertà, e finalmente la patria”.

Leopardi afferma inoltre che, volendo esortare un’armata del suo tempo, bisognerebbe disporre le parole al rovescio: prima la patria, poi la libertà, poi ancora la gloria, poi l’onore, infine le ricchezze.

Sallustio è il protagonista anche di una operetta morale di G. Leopardi, il Dialogo di un lettore d’umanità e di Sallustio, in cui il tono, volutamente ironico e sarcastico, serve a Leopardi per denunciare il capovolgimento dei valori presso i moderni, e Sallustio finisce per ritrattare parte delle sue parole, piegandole alle mutate necessità del periodo romantico.

Dunque, un autore complesso, ambiguo oppure destinato, come sostiene il critico Italo Lana, a “rinchiudersi nella solitudine della disincantata riflessione politica”?

Auguriamo a tutti i partecipanti di “vivere” il Certamen con serenità, sana competizione ma soprattutto con quella motivazione e quella curiositas senza le quali non ci sarebbe mai alcuna scoperta.

Ad maiora!

La Referente del Certamen Classicum Anxuris

Allegati

Cerimonia di Premiazione_240224_122714.pdf