Cerimonia di premiazione del Certamen Anxuris 2023

Alla comunità educativa,

“At non historia cesserit graecis.

Nec opponere thucydidi sallustium verear, nec indignetur sibi herodotus aequari titum livium, cum in narrando mirae iucunditatis clarissimique candoris, tum in contionibus supra quam enarrari potest eloquentem, ita quae dicuntur omnia cum rebus tum personis accommodata sunt: adfectus quidem, praecipueque eos qui sunt dulciores, ut parcissime dicam, nemo historicorum commendavit magis.”

(Quintiliano, Institutio Oratoria, X, CI)

Il primo professore di eloquenza del principato romano, Marco Fabio Quintiliano, nel decimo libro della sua institutio oratoria, ci lascia un breve giudizio sulle qualità narrative di livio, e in particolare sullo stile: l’esposizione dei fatti e il ragionamento storico-critico si alternano a momenti di grande pathos riconducibile all’epica e alla tragedia.

In questo giudizio si può intravedere un forte sentimento di orgoglio non estraneo agli antichi romani, soprattutto quando si paragonavano ai greci loro maestri.

Un orgoglio culturale ma anche di tipo ideologico se già nelle origines di catone il censore si attribuiva l’ascesa di roma all’attaccamento del civis romanus alla res pubblica, un attaccamento, quasi nostalgico, che valse al nostro Livio, secondo la testimonianza di Tacito, l’epiteto di pompeianus da parte di augusto.

In occasione della recente visita istituzionale nella nostra scuola del ministro della pubblica istruzione e del merito, il prof. Giuseppe Valditara, il 5 maggio scorso, è stato affrontato proprio il tema del 'civis romanus' durante l’incontro con gli studenti che avevano da poco affrontato la prova del certamen anxuris.

Durante la conferenza una studentessa ha rivolto al ministro, ordinario di diritto romano, la seguente domanda: “abbiamo recentemente affrontato nella prova del certamen un argomento della storia romana raccontato da Tito Livio: la vicenda di orazio coclite, exemplum del civis romanus e delle virtù di animus e fortitudo contro la presenza tirannica degli etruschi.

Come cambia, nel passaggio dall'età regia alla repubblica, la politica dell'accoglienza, dell'inclusione da parte di roma, tendenzialmente incline ad aperture sociali?”

È stata l’occasione, più che per una semplice risposta, per una lectio magistralis, davvero speciale, che ha toccato molti argomenti di storia e di educazione civica: la propensione della civiltà romana all’integrazione fin dal nucleo latino situato sul palatino, le origini leggendarie di roma come “città mista”, la netta differenza rispetto ai greci che “si consideravano una etnia pura, senza mescolanze con altri popoli, autoctona, e tali volevano rimanere”.

Durante l’intero sviluppo storico dalla civitas all’impero, la res publica ha sempre mostrato una certa propensione ad accogliere popolazioni straniere, a venerare culti religiosi, a migliorare persino la lingua che è “l’identità di un popolo. I romani non avevano paura di arricchire la propria identità”.

Ma la finalità principale di questa politica di inclusione, e le parole di livio lo confermano (liv., ottavo.13-14), consisteva nell’aumentare la potenza romana, assicurando così, diversamente da quanto accadde ai greci, la salvezza della civitas.

Si è parlato infine dell’importanza del principio identitario e dell’orgoglio del cittadino romano in età repubblicana attraverso il concetto di utilitas, “uno dei valori più importanti del mondo valoriale romano che ispirò la politica di roma in materia di apertura e di inclusione”.

Continueremo ancora a parlare dello storico, originario di padova, e di lingua e cultura latina anche giovedì primo giugno con la cerimonia di premiazione dei vincitori della prima edizione del Certamen Classicum Anxuris 2023.

Certamen

La cerimonia sarà introdotta dal dirigente del liceo e offrirà un nutrito programma di interventi.

La dott.ssa Laura Pazienti, dirigente dell’ufficio sesto per la formazione presso la Direzione generale del personale scolastico del m.i.m., interverrà appunto sulla formazione del personale; seguirà una lectio magistralis sull’epistolografia romana dall’età repubblicana all’età imperiale curata dal prof. Angelo Luceri dell’università di romatre, mentre il prof. Nobili, vicepresidente del direttivo dell’associazione Italiana di cultura classica - a.i.c.c., delegazione di Roma, commenterà il brano sorteggiato per la prova.

La Referente del Certamen Classicum Anxuris