Messaggio di auguri del Dirigente - a.d. MMXXIV/MMXXV

Pubblicato: 20 dicembre 2024

ALLA COMUNITÀ EDUCATIVA

"Quanto più il fardello è pesante, tanto più la nostra vita è vicina alla terra, tanto più è reale e autentica. Al contrario, l'assenza assoluta di un fardello fa sì che l'uomo diventi più leggero dell'aria, prenda il volo verso l'alto, si allontani dalla terra, dall'essere terreno, diventi solo a metà reale e i suoi movimenti siano tanto liberi quanto privi di significato. Che cosa dobbiamo scegliere allora? La pesantezza o la leggerezza?"
M. Kundera

Ogni volta che ripenso all'"Insostenibile leggerezza dell'essere", mi pongo interrogativi sempre nuovi. Imbattendomi nella citazione in epigrafe, mi è venuto spontaneo metterla (o rimetterla?) in collegamento con il mito di Anteo. 
Gli antichi Greci, nel loro sistema mitologico, fra gli esseri eroici più celebri, annoveravano Anteo, figlio di Poseidone, dio del mare, e di Gea, dea della terra. La Madre Terra, dopo la morte dei Giganti, generò Anteo in un antro libico, diventando ben presto più fiera di lui di quanto non lo fosse degli altri figli maggiori: Tifone, Tizio e Briareo. Non a caso, il figlio prediletto nutriva uno speciale attaccamento per sua madre, perché l’aveva messo al mondo, nutrito ed educato. Non esisteva nessun eroe che non avesse vinto. Era ritenuto invincibile. In che cosa consisteva la sua forza? Ogni volta che, nella lotta contro un avversario, si trovava alle strette, toccava la Terra, quale Madre che l’aveva messo al mondo e l’aveva allevato, e ne riceveva nuove forze. Ciononostante, egli aveva un punto debole: correva il rischio di essere staccato in un modo o nell’altro dalla Madre Terra. Diversi nemici tenevano probabilmente in conto questa sua debolezza e stavano in agguato. Ed ecco che arrivò un antagonista coriaceo quanto sagace, che sfruttò al meglio questa sua debolezza e lo vinse. Questi fu Eracle (o Ercole). Ma come lo vinse? Eracle lo sfidò o magari fu sfidato da lui. Al di là di chi accese la miccia, preparandosi alla lotta, ambedue i contendenti deposero le loro pelli, ma, mentre Eracle si ungeva il corpo di olio alla maniera olimpica, per sfuggire più agevolmente alla presa, Anteo si massaggiava le membra con della sabbia calda, per paura che il solo contatto delle piante dei piedi con la Terra non fosse sufficiente a rinvigorirlo. Quando Eracle ebbe messo a terra il Gigante, con un certo stupore notò i suoi muscoli gonfiarsi e il sangue scorrergli più benefico nelle membra. I duellanti si avvinghiarono di nuovo l’un l'altro ed Anteo si gettò a terra, di sua spontanea volontà, senza aspettare che Eracle lo sopraffacesse. Al che Eracle, avendo intuito perfettamente il trucco, sollevò il Gigante in alto tra le braccia e gli stritolò le costole, togliendogli la possibilità di toccare Terra ed incurante dei profondi gemiti della Madre. Anteo esalò l'ultimo respiro. 
Tale racconto mitologico è uno spunto di riflessione anche oggi. Tutti siamo come Anteo e restiamo forti se manteniamo il legame con la nostra realtà fattuale, tenendo i piedi per terra, per non indebolirci, per non vivere un’esistenza virtuale, come più spesso i social VR (e più di recente il metaverso) ci consentono o ci suggeriscono. Ancora ci stiamo cimentando nella bellezza stilistica dei cd. avatar e derivati, sempre più umanoidi, e tuttavia sono in pochi quelli che cercano di andare veramente a fondo. Le società che investono sul Web3 e sulle Nuove Tecnologie XR lavorano per seminare il loro verbo, ma sarà la 'massa a spostare la montagna'. Nel momento in cui ci verrà data la facoltà di avere un visore di ultima generazione o un MetaQuest3 (o roba più sofisticata) ad un prezzo modico, allora vedremo probabilmente la rivoluzione. Ma è questa la rivoluzione che desideriamo? O intendiamo mantenere saldi i legami con la madre-terra e con i nostri  confratelli? In merito, vengono in mente dei celeberrimi versi di G. Pascoli
Nos terra, sacris, aequore, legibus
divisa pubes absumus, adsumus
non ora nec linguam genusve
consimiles, nisi corda fratres.
(Trad.: Noi, gioventù divisa da terra e mare, da religione e da leggi, siamo lontani e vicini, assenti e presenti, non simili tra noi di faccia, di lingua e di schiatta, ma di cuore... fratelli!). In questa prospettiva, più che di 'res novae' o di 'novae res', abbiamo bisogno di una "re-inventio", di una riscoperta, di ritrovare qualcosa di antico rivisitandolo con la lente degli anni attuali e, giocoforza, delle contingenze storiche che si esperiscono. 
Secondo il pensiero di Protagora, il fondamentale dono di Prometeo sarebbe consistito nell’ingegno (o meglio la perizia tecnica), che avrebbe reso gli uomini capaci di inventare e migliorare le proprie abilità tecniche, senza cui non sarebbero sopravvissuti. Per questa ragione, il possesso e l’uso proprio dell’arte del ragionamento hanno sempre rappresentato la sfida cruciale per gli uomini nonché il modo di saggiare le loro stesse capacità. Un tempo si credeva che il Titano avesse 'fabbricato' gli uomini con l'argilla. Il ventunesimo secolo presume di poter inventare un nuovo eroe. Ora sarebbe l’uomo a sostituire Prometeo, come preconizzava, qualche anno fa, "Ex Machina" (2015) di A. Garland, narrando di uno scienziato che aveva progettato e costruito una macchina umanoide gradevole alla vista e dotata di intelligenza artificiale, Ava. Ma è sicuro che abbiamo bisogno di un nuovo eroe e non di un "homo noeticus"? O forse sarebbe auspicabile semplicemente riscoprire l'"homo socialis" o meglio l'"animal rationale et sociale", prima che, come ha asserito un intellettuale dei nostri giorni, la stupidità umana arrivi a programmare la cd. Intelligenza artificiale?

Pertanto, il mio auspicio per il 2025 è che possiate dare risposta a questi interrogativi, dedicando più tempo alla socializzazione vis-à-vis, al confronto e alla discussione, scoprendo magari di avere idee di fondo simili, di respirare la medesima aria, condividendo il medesimo destino.

Cordialmente,
il Dirigente 
Prof. S.A.

P.s.: Oggi è la Giornata internazionale della solidarietà umana. Chi ancora non ha avuto modo, potrà passare a scuola lunedì 23, di buon mattino, per le ultime sottoscrizioni (facendo prima un colpo di telefono per accettarsi delle giacenze) oppure operare direttamente da qui.