Lezioni di Canto (e non solo)

Pubblicato: 10 ottobre 2024

ALLA COMUNITÀ EDUCATIVA

"La musica crea uno spiraglio nel cielo."
(Charles Baudelaire)

Non sono abituato a guardare reality o talent show; tuttavia, ieri sera ho applicato una dolce eccezione alle regole, guardando Io Canto Generation 2024. Era sera quando una docente mi riferiva che a breve una nostra studentessa si sarebbe esibita su Canale 5. Dopo un'attesa piuttosto lunga, finalmente, Namite Selvaggi - iscritta ad una classe prima del nostro Liceo - appare sul palco del succitato talent, per esibirsi in 'Halo' di Ladies of Soul, Glennis Grace, che più spesso avrete sentito intonare da Beyoncé. La sensazione è di vivere qualcosa di surreale. Ho conosciuto diversi discenti bravi nel canto, ma, a mia memoria, una performance del genere, sul piano qualitativo, l'avrò ascoltata solo da una ragazzina di undici anni, oramai venticinquenne, credo. La successiva interpretazione di 'When You Believe', insieme a B. Caretta, sembrava proprio poter gareggiare con la nota versione di Mariah Carey e Whitney Houston.

 "I talenti rappresentano le abilità e le potenzialità di ogni giovane", ha enunciato il Ministro Valditara nel suo volume 'La scuola dei talenti', da intendersi come "scuola del merito, cioè quella capacità che ogni studente può avere di dimostrare il meglio di sé con l’impegno. Il concetto di merito non è elitario, ma dare il meglio di ciò che si ha dentro, evidenziando i propri talenti con impegno". Il che potrebbe far pensare facilmente, soprattutto a chi non ha letto il testo, che l'educazione debba essere solo lo sviluppo di qualità che già si possiedono, ad esempio quelle canore. E qui mi sovvengono le parole usate dalla Direttrice d'orchestra Gianna Fratta, durante un recente evento tenutosi a Pompei. La Maestra, nel mettere in luce i parallelismi fra direzione orchestrale e dirigenza scolastica, ha enucleato alcuni aspetti fondamentali del suo lavoro: competenze tecniche, competenze musicali e competenze culturali. In particolare, si è soffermata sul terzo tipo, spiegando la loro imprescindibilità, attraverso un semplice ed affascinante esempio ovvero le differenze interpretative, oltre che direttive, di un brano, fra Von Karajan e Bernstein. H. Sachs ha detto del primo Maestro: «Karajan sembra aver adottato un suono per tutte le stagioni, raffinatissimo, modellato, di calcolata voluttuosità, che potesse essere applicato, con piccole appropriate modifiche, da Bach a Puccini, da Mozart a Mahler, da Beethoven a Wagner, da Schumann a Stravinsky... Molte delle sue esecuzioni hanno una sorta di qualità artificiale, prefabbricata, che altri come ToscaniniFurtwängler non hanno mai avuto... Molte delle registrazioni di Karajan sono esageratamente "lucidate", una sorta di controparte sonora ai film ed alla fotografie di Leni Riefenstahl (n.d.a. la fotografa del Terzo Reich)». G. Gavazzeni sul secondo Maestro ha osservato: «Bernstein aveva percorso il sentiero semisecolare della musica fra mille pericoli – primo fra tutti quelli di essere, fin dai tempi dell’università ad Harvard, spiato dall’FBI (n.d.a. che raccolse negli anni un dossier di settecento pagine), in origine perché in odore di simpatie comuniste, poi come liberale pernicioso, sempre pronto a sostenere le cause per i diritti civili, per l’uguaglianza degli afroamericani, per la dignità degli ammalati di AIDS, contro l’inutile strage in Vietnam o la follia assoluta del riarmo nucleare». Non è un caso allora se la direzione d'orchestra del musicista austriaco fosse autoritaria, mentre quella dell'americano risultasse gioiosa quanto umana. Lo scarto sta nella risultante della somma delle forze vettoriali che esercita un dato contesto storico e di quelle che promana la propria cultura.

Stavamo parlando di un'esibizione, però! Certo, tuttavia dietro e dentro la performance c'è molto di più di ciò che si vede. Come sui banchi di scuola la sfida della modernità oscilla fra le potenzialità dell'A.I. e il segreto inesauribile dei libri cartacei, così la vita fluttua tra le proprie attitudini o talenti e la propria Weltanschauung.

In bocca al lupo Namite e non perdere mai di vista il senso profondo delle competenze culturali che stai acquisendo strada facendo, coltivando il tuo speciale talento...

Il Dirigente

Prof. S.A.