“Ex Diuturna Consuetudine": l’Accademia come forma eterna dello spirito critico

Pubblicato: 23 novembre 2025

ALLA COMUNITÀ EDUCATIVA 

Nel cuore di Villa Falconieri, tra le sale che un tempo accolsero eruditi, musicisti ed artisti, il Convegno inaugurale dell’Accademia Vivarium Novum, per l’a.a. 2025-2026, ha richiamato studiosi e cultori da tutto il mondo nonché la consueta delegazione del ns. Liceo, per riflettere appunto sul ruolo moderno delle 'accademie', in continuità con la grande tradizione descritta da Michele Maylender in cinque monumentali testi.

L’incontro, significativamente intitolato, nella versione latina, "Ex diuturna consuetudine", ha messo al centro l’idea platonica secondo cui il sapere più autentico non nasce dalle dottrine rigide, bensì dalla convivenza e dal dialogo: è una scintilla che, come nell'Epistola VII del filosofo ateniese, balza dal fuoco e improvvisamente illumina l’anima, nutrendola. 

Durante le tre giornate, i relatori hanno ripercorso la genealogia delle Accademie: dai giardini di Academo alla cerchia di Salutati, dall’Accademia platonica fiorentina ai Collegi rinascimentali, fino alle grandi istituzioni moderne che, tra Seicento e Settecento, seppero dare al pensiero europeo un respiro nuovo ed universale.

L’Accademia è emersa così come luogo di libera cooptazione e cooperazione creativa, alternativo alla frammentazione disciplinare e all’addestramento tecnico delle università. Lungi dall’essere un archivio del passato, essa si è mostrata nel tempo come un laboratorio di rinnovamento, un organismo che vive nella tensione tra tradizione e scoperta.

Negli interventi dedicati alla rinascita delle arti, alla filologia, alla filosofia antica e alla pedagogia umanistica, è risuonato un messaggio comune: senza una formazione integrale, senza una educazione dell’animo e della mente, nessuna società può dirsi veramente libera.

Nel ricordo di Michele Maylender – studioso che censì più di 2750 Accademie italiane – questa missione appare oggi più urgente che mai, in un presente dominato da algoritmi, mercati e segmentazioni produttive che pretendono di ridurre la conoscenza a funzione.

Nell'intervento conclusivo, Ignacio Armella Chávez , n. 2 del Vivarium Novum diretto dal prof. Luigi Miraglia, ha messo a fuoco una distinzione decisiva tra mecenatismo, università ed accademia.

In questa prospettiva, è stato rimarcato che il "mecenate" sostiene l’arte come rappresentazione del prestigio, del potere e della propaganda; l’università, soprattutto nella sua forma moderna, è incardinata in un sistema corporativo di produzione e riproduzione del sapere, che risponde a logiche di certificazione, competenza tecnica e spendibilità economica. L’accademia, invece, sorge come forma spontanea o informale e conviviale dello spirito umano, dove la ricerca non è subordinata né al potere politico né al mercato, ma al libero perfezionamento dell’uomo attraverso il confronto vivo con i grandi modelli del passato.

Armella ha altresì ricordato che il valore dell’Accademia non è la specializzazione, bensì l’unità del sapere, il dialogo, la 'filosofia condivisa': un modo di essere più che un’istituzione formale. Eppure - ha avvertito - un’Accademia che restasse confinata alla sola sfera etica o estetica, senza capacità di incidere sulla struttura sociale, rischierebbe di perdere parte del suo significato originario. E da questa osservazione nasce un forte interrogativo nell'ascoltatore: se l’Accademia di Platone immaginava anche una trasformazione economica, dentro un sistema ancora schiavistico, e l’Accademia ficiniana, operando in un’epoca ormai proto-capitalista, incideva soprattutto sulla formazione morale delle élite medicee, che senso ha oggi una funzione accademica che operi soltanto sulla sovrastruttura culturale, senza intervenire sulle strutture materiali che condizionano l’educazione, la libertà e la ricerca?

Cordialmente,

il Dirigente 

Prof. Sergio Arizzi 

In foto particolare di “Ercole al bivio” di Armen Egian, statua collocata nel boschetto di Villa Falconieri a Frascati (Rm).