La vi edizione della rassegna teatrale di albano vede ancora protagonisti i nostri studenti

Edizione della rassegna dei laboratori di teatro antico

Tipologia

Progetti di integrazione

Anno

2022-2023

Stato

Presentato

Inizio

2023-05-31

Fine

2023-06-01

Obiettivi

«È pazzo chi cerca la gloria a suon di lancia nelle battaglie, è un modo rozzo di porre fine ai problemi dell'umanità.

Se le decisioni vengono affidate alla lotta di sangue, la violenza non abbandonerà mai le città degli uomini.

Grazie ad essa alla fine hanno ottenuto solo un posto sotto la terra troiana: eppure si poteva risolvere con le parole la contesa sorta per te, Elena.»

(Euripide, Elena, vv. 1151-1160)

Il 31 maggio 2023 il nostro istituto ha partecipato alla penultima giornata della vi edizione della rassegna dei laboratori di teatro antico organizzata dal liceo ginnasio U. Foscolo, scuola capofila di r.n.l.c.t., e dall'amministrazione comunale di albano laziale.

Quest'anno, per causa di forza maggiore, è stata scelta una nuova location situata nei pressi del museo civico.

Pertanto, gli spettacoli non sono stati rappresentati, come nelle scorse edizioni, nell'anfiteatro severiano dei castra albana.

A dispetto di quanto si potesse pensare, questo nuovo allestimento è riuscito a valorizzare meglio alcuni aspetti delle performance teatrali, favorendo un'atmosfera intima, più a diretto contatto con gli attori, soprattutto quando gli stessi uscivano fuori dalla scena fra il pubblico.

Ecco, l'Elena di Euripide ovvero "l'immagine e il doppio" rappresentata dal nostro liceo Leonardo da Vinci ha potuto sfruttare questa inaspettata occasione, per valorizzare al meglio le scene e le coreografie previste da copione fuori dal palcoscenico.

Tale opportunità ha sicuramente impreziosito un'esibizione sopraffina, che avrebbe rischiato di brillare di meno in premises più disperdenti.

Gli studenti Viola Baratta, Eleonora Pernarella, Lucilla De Santis, Benedetta Dell’Unto, Francesco Martellucci, Gabriele Di Micco, Francesca Romana Martinelli, Alice Falco, Antonio Amsdem, Livia Curti, Simona Popolla, Gino Alessandro Del Bono, Angelica Teseo, Matilde Tolone, Marika Giuliani, Marco Sepe, Sofia Alfano, Federico Bottiglia, Alfredo Torre, Matteo Buetta saggiamente guidati dalle docenti Maria Grazia Coccoluto e Francesca Grillo supportate dagli esperti di progetto, le registe Alessia Barbieri Pomposelli e Silvia Manciati, sono stati impeccabili ed in grado di dare il meglio di sé, mantenendo lo stile che contraddistingue oramai i nostri laboratori teatrali, quest'anno corroborati da fondi comunitari ad hoc.

Come al solito, si è puntato all'essenziale e ad illuminare la fabula senza rinunciare a richiami all'ingegnoso intreccio di Euripide, che con la sua palinodia di Elena ne ha rovesciato il mito, creando una καινὴ Ἑλένη.

Gli aspetti più innovativi di questo dramma euripideo non sono venuti meno. Lo spettatore, più che intento a rivalutare la donna ritenuta causa della guerra di Troia, è trasportato dalla e nella nuova dimensione di Menelao.

Scoperto l'inganno di era ovvero che la sua sposa non sarebbe mai partita per Troia con Paride, il re di Sparta sarebbe tentato di ricorrere alla violenza per riprendersi sua moglie promessa in sposa ad un egizio di sangue blu.

Tuttavia, anche perché forse disgustato da anni di guerra in terra troiana, decide di mettere in pratica un escamotage, che ricorda l'astuzia di Ulisse, sia nella celeberrima trovata del cavallo di Troia che nei sofismi usati nel "filottete" di Sofocle.

Al di là di tutto, questa scelta di prospettiva ha finito col valorizzare l'aspetto ingegnoso dell'eroe spartano, che rinuncia ad un superfluo spargimento di sangue e agisce da homo cogitans.

In tal senso, Menelao fa credere che sia morto e suggerisce, sotto mentite spoglie, al promesso sposo di Elena la necessità di dover celebrare le esequie lontano dalla costa, nel mare.

Questa è l'occasione per mettere in atto il piano di fuga del re di Sparta con la sua legittima moglie, senza cedere a violenze non strettamente necessarie.

Lo spettatore attento non può che essere stato proiettato sull'attualità e sul nonsenso degli scenari di guerra odierni; non perché ci sia un messaggio chiaro e di parte, come altrove è stato suggerito da "le troiane" di Euripide, ma perché non si danno coordinate e si lascia largo spazio di riflessione a chi ha assistito alla messinscena.

A me come ad altri saranno venute in mente, a proposito della guerra in Ucraina, le parole di F. Luppino (o altre simili) apparse sull'HuffPost del 9 marzo 2022 (a poche settimane dallo scoppio del recente conflitto russo-ucraino): "non bisogna essere per forza pacifisti per dire che un ulteriore spargimento di sangue in questa ennesima sporca guerra non abbia alcun senso, non sia sostenibile, non produrrebbe altro che inutili lutti o, alla peggio, dotte articolesse sulla bellezza dell'eroismo ucraino, sugli antichi valori della difesa della patria e altre amenità variamente motteggiate.

Per un semplice motivo: la straordinaria sproporzione delle forze in campo che in nessun modo potrà essere colmata dall'invio semi clandestino di armi al popolo ucraino".

Forse Euripide e questi ragazzi possono insegnarci qualcosa di più di quello che pensiamo... e i licei sono ancora fucine di cultura e di pensiero divergente, oltre i luoghi comuni delle "lettere inutili", sotto il segno del conformismo digitale.

Il dirigente,

prof. S.A.

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